Nato a Cavasagra (Tv) il 10 marzo 1859. A tredici anni entrò in Seminario e ivi iniziò lo studio della musica con il M° Don Antonio Lunardoni, mansionario della Cattedrale.
Dotato d’un ingegno musicale non comune e d’una voce di soprano, dopo qualche tempo cominciò a comporre qualche coro per le rappresentazioni di carnevale in Seminario. In terza ginnasio tentò la composizione di una Messa, che poi lacerò-
Il professore del Seminario Mons. Pietro Jacuzzi, suo mecenate, nel 1877 lo affidò al M° Antonio Biscaro di Treviso per lo studio dell’armonia e del contrappunto (che continuò fino al 1886) e lo fornì di un pianoforte che, sgangherato, gli servì per tuta la vita.
Il primo frutto dell studio fu un “Confitebor” a più voci che di nascosto dal suo maestro compose e concertò per la festa di San Luigi del 1883. Il maestro Biscaro accompagnò all’organo il salmo con evidente interesse finché, terminato il canto, si rivolse a Camillotto che, trepidante, aspettava il giudizio: “Dove avete trovato questa musica?” disse. “Nella vecchia ferramenta” rispose pronto il debuttante. “Tenete conto, soggiunse il M°, perché è musica bella e piena di ispirazione”.
Nel 1881 fu ordinato sacerdote e rimase in Seminario come insegnante di Lettere e Musica.
Fin dai primi anni di sacerdozio capì che la musica che si suonava nelle Chiese non era adatta al culto e degna del sacro tempio e propose di spendere tutte le sue energie per la riforma della musica sacra..
Per oltre trent’anni produsse opere destinate soprattutto al culto anche se alcuni lavori li dedicò alla musica profana. Le sue composizioni oltrepassano il numero di duecento, e non vera chiesa della diocesi che non avesse una composizione di Camillotto in repertorio. Per troppa modestia le sue opere non trovarono pubblicazione, considerandole lui stesso “Musica di poco valore!”. I manoscritti originali sono ora conservati nella Biblioteca Musicale dell’Istituto Diocesano di Musica Sacra di Treviso e nella Biblioteca Capitolare di Treviso. Nel 1891 il vescovo Mons. Apollonio, volendo dare un nuovo assetto alla Cappella musicale della Cattedrale secondo le norme emanate da Leone XIII, lo nominò primo Maestro di Cappella con l’obbligo di attenersi rigorosamente ai decreti della S. Sede sulla musica sacra. Fu questo il periodo più bello della musica di Camillotto. Nel 1901 abbandonò l’incarico di Maestro di Cappella e si recò a Castelfranco Veneto in qualità di mansionario della Cattedrale, pur continuando la sua opera di compositore. Camillotto fu amico e stimato dai più importanti compositori di musica sacra italiani di quegli da Ravanello a Tebaldini a Perosi stesso.
Al Professor Don Francesco Fogale, il 4 maggio 1908, S.S.Pio X in un’udienza provata chiedeva con interessa: “Che cosa fa Camillotto a Castelfranco Veneto?”. “Lavora, Santità, a comporre la Messa che si canterà in S. Liberale il giorno delle feste Giubilari di V.S.”. “Oh bravo! ,esclamò il Pontefice, Digli a nome mio che lavori e scriva bella musica per la casa del Signore e che adoperi bene i talenti che il Signore gli ha dato: mi piace tanto la musica di Camillotto”.
Morì a Castelfranco Veneto la sera del 29 marzo 1915, dopo una lunga malattia.